Ai lavoratori che verranno assunti con contratto a tutele crescenti
Da inizio marzo è in vigore il Jobs Act, che come notorio, introduce il contratto a tutele crescenti.
Il presente testo, scaricabile anche come volantino, rivolto ai lavoratori e alle lavoratrici che saranno assunti con il nuovo contratto a tutele crescenti.
Il testo illustra le caratteristiche del nuovo contratto e sottolinea il ruolo svolto dalla Cisl nel migliorare il testo definitivo del decreto legislativo che lo ha introdotto.
Chiediamo di diffonderlo nei luoghi di lavoro al fine di offrire ai lavoratori coinvolti, che saranno soprattutto giovani, elementi di conoscenza e di chiarezza.
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Volantino fronte
Volantino retro
Cara lavoratrice, caro lavoratore,
se sei stata/o assunta/o o stai per essere assunta/o con il nuovo contratto a tutele crescenti introdotto dal Jobs Act, devi sapere innanzitutto che si tratta di un contratto a tempo indeterminato, cioè di un contratto che non ha una scadenza, che il datore di lavoro può interrompere solo con precise motivazioni disciplinari oppure economiche.
Così è sempre stato per il contratto a tempo indeterminato, e così è anche per il contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti.
Inoltre ti verrà applicato il contratto collettivo di lavoro, non solo quello nazionale ma anche quello aziendale eventualmente adottato nella tua azienda,sia per la parte economica sia per la parte normativa. Ti spetteranno dunque la retribuzione contrattuale, le altre indennità eventualmente previste, nonché gli stessi diritti e le stesse tutele previste per gli altri lavoratori, quali buoni pasto, mensa (se presente), elementi di welfare contrattuale quali eventuali assicurazioni sanitarie, etc…
La sola differenza rispetto al contratto a tempo indeterminato che sei abituato a conoscere (o che forse non conosci perchè sinora hai avuto solo contratti precari, ma di cui almeno hai sentito parlare), sta nella sanzione che viene imposta al datore di lavoro in caso di licenziamento illegittimo.
Se il tuo datore di lavoro un giorno dovesse licenziarti per qualche mancanza disciplinare che non hai commesso, in caso di ricorso in giudizio gli verrà ordinato di reintegrarti nel posto di lavoro, come avviene nel normale contratto a tempo indeterminato, e di pagarti un’indennità risarcitoria non superiore a 12 mensilità di retribuzione.
Se invece hai commesso una mancanza disciplinare, ma il giudice dovesse ugualmente ritenere illegittimo il licenziamento, non è prevista la reintegrazione nel posto di lavoro, ma il datore di lavoro dovrà pagarti un indennizzo di importo crescente rispetto alla tua anzianità di servizio (ecco le tutele crescenti), pari a 2 mensilità dell’ultima retribuzione per ogni anno di servizio, in misura comunque non inferiore a 4 e non superiore a 24 mensilità. Lo stesso avviene per i licenziamenti dettati da motivazioni economiche.
E’ vero che vi è il rischio, per come è scritto il decreto, che le mancanze disciplinari, purchè siano state effettivamente commesse, siano trattate tutte allo stesso modo, senza riguardo alla loro reale gravità, e che possa scattare il licenziamento anche per mancanze meno gravi, senza possibilità di reintegrazione. Ma devi sapere che i contratti collettivi nazionali di lavoro contengono un codice disciplinare che regolamenta la corrispondenza tra mancanze e sanzioni. La Cisl si sta già muovendo perchè nei contratti questo sia meglio strutturato, e nei luoghi di lavoro i delegati e gli operatori della Cisl si attiveranno per realizzare adeguati miglioramenti.
Chiarito questo, non esiste nessuna altra differenza rispetto al contratto a tempo indeterminato, semplicemente perchè il contratto a tutele crescenti è un contratto a tempo indeterminato, con tutti i diritti e le tutele che ne conseguono.
Ciò, oltre a darti tranquillità circa la stabilità della tua occupazione, ne darà anche alla banca alla quale eventualmente vorrai chiedere un prestito o un mutuo: il tuo contratto di lavoro e la tua busta paga garantiranno anche la banca, a differenza di un contratto non stabile.
Come sindacato Cisl ci siamo battuti perchè nel testo definitivo del decreto che regolamenta il nuovo contratto a tutele crescenti fossero eliminati alcuni aspetti pericolosi, come la possibilità di licenziare per scarso rendimento o in caso di fatti insussistenti, che avrebbero dato strumenti ingiusti al datore di lavoro. E ci siamo riusciti !
Adesso continueremo con serietà e impegno, speriamo anche con il tuo contributo, a creare condizioni di lavoro sempre più dignitose.
Per ogni chiarimento, dubbio o necessità, rivolgiti al delegato Cisl sul luogo di lavoro o all’operatore sindacale Cisl o alle nostre sedi nei territori, che sono sempre al lavoro per essere al tuo fianco.
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