E.ON CEDE LA CENTRALE ELETTRICA DI FERRARA: FLAEI PREOCCUPAZIONE PER L’OCCUPAZIONE
Garantita l’occupazione alla Centrale elettrica di Ferrara (CEF), acquisita da un gruppo della Repubblica Ceca.
E.ON cede sette centrali elettriche italiane al gruppo Eph della Repubblica Ceca. La decisione non desta particolare stupore visto il disinteresse dimostrato dall’azienda tedesca per il mercato elettrico italiano, oggi si realizza in dettaglio un disegno purtroppo chiaro da tempo che sottolinea la fragilità della generazione elettrica in Italia.
Le centrali che E.ON dovrebbe cedere al gruppo Eph garantiscono una potenza istallata di 4500 MW e sono dislocate a Fiume Santo in Sardegna, dove esiste un impianto a carbone, a Livorno Ferraris, Tavazzano, Ostiglia, Cef Ferrara, Trapani e Scandale dove sono attivi gruppi a gas. L’insieme di queste centrali fornisce elettricità a circa un milione di famiglie e imprese. Il mantenimento dei livelli occupazionali e la necessità di operare oculati investimenti costituiscono le priorità della Cisl-Flaei.
Un fatto è certo – sostiene il segretario generale della Flaei Cisl Carlo De Masi – la liquidazione della terza “gen.cos” certifica in modo ineludibile il fallimento di una liberalizzazione del settore elettro-energetico pensata male e realizzata peggio.
Oggi ci troviamo a fronteggiare una situazione di vera emergenza, aggravata da scelte opinabili e mal ponderate in termini di generazione, con un mix energetico delle fonti fortemente squilibrato, costi elevati, investimenti in nuove centrali costrette a funzionare con un ritmo ridotto al minimo, causa elevati costi di gestione. Tutto questo avviene nella peggiore stagione economica mai registrata nella storia economica mondiale.
La mancanza di un piano energetico nazionale ha ulteriormente aggravato – ribadisce Carlo De Masi – il deficit di una liberalizzazione che ha palesemente fallito gli obiettivi, le cui cause oggi si trovano a fronteggiare in prima linea i lavoratori e i consumatori. Si voleva innovare il settore elettrico, ammodernare il sistema, trovare un mix equilibrato delle fonti producendo una riduzione delle tariffe elettriche. I fatti sono stati ben diversi.
Non abbiamo preclusioni come rappresentanti del mondo del lavoro, rispetto alla cessione ad altro operatore delle centrali oggetto della compravendita tra società tedesche e ceche, benché la frammentazione delle attività di un gruppo al momento della loro cessione possa nascondere insidie.
Ci auguriamo che queste scelte facciano finalmente chiarezza e offrano prospettive solide di crescita agli impianti rilevati da una nuova proprietà.
Vogliamo ricordare – sostiene Carlo De Masi – come il sindacato abbia proposto al governo un piano integrato di interventi a favore della generazione termoelettrica in grado di gestire in una prospettiva generale le singole vertenze, garantire livelli occupazionali complessivi con l’eventuale ricorso alla solidarietà all’interno dei diversi cicli produttivi, interventi necessari per ammodernare il sistema, garantirne una migliore economicità, ridurre l’impatto ambientale e costruire una logica di sviluppo di medio e lungo periodo in grado di garantire il riassetto del settore.
Auspichiamo con i nuovi partner di Eph – conclude il segretario generale della Flaei – di poter costruire relazioni industriali improntate a favorire le professionalità, in un modello sempre più aperto e partecipativo che riconosca al lavoro qualità primarie indispensabili per offrire servizi qualitativi e convenienti.
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